Il Signore dei perchè


C'era una volta in un paese lontano, in un tempo indefinito, un bambino di nome Pancrazio.
Pancrazio era un bel bambino con i capelli e gli occhi neri ed anche la sua carnagione era leggermente scura, come se fosse stata dolcemente abbronzata.
Pancrazio non amava tanto andare a scuola, non riusciva a capire perché mai si dovesse stare seduti costretti in un banco per una quantità di ore al giorno davvero troppe e insopportabili.
Non c'era niente durante tutte quelle ore di lezioni che stimolasse o appagasse la sua sete di conoscenza, che pure avvertiva forte dentro di se.
Pancrazio, curioso e desideroso di sapere e di capire, avrebbe voluto risposte continue ai tanti quesiti che giornalmente si affollavano nella sua mente, nonostante il passare degli anni era come se non fosse mai cresciuto, come se non avesse mai superato quella fase infantile in cui tutti i bambini chiedono continuamente il perché di tutto ciò che vedono o che sentono.
Momento straordinario quanto breve e circoscritto quello dei perché, un periodo irripetibile per la maggior parte dei bambini, ma non per Pancrazio che aveva voluto conservare quella ingenua infantile voglia di continuare a chiedere sempre il perché di tutto.
Niente, assolutamente niente, era accettato da Pancrazio senza una risposta al quesito che inevitabilmente poneva ogni qualvolta che veniva sollecitato o costretto a fare o pensare qualcosa.
Il lungo periodo della formazione scolastica è stato per lui quello sicuramente più duro, quello in cui i perché si incrementavano in modo esponenziale, quello in cui i perché erano senpre in misura maggiore di qualsiasi cosa in qualche modo quantificabile, quello in cui Pancrazio avvertiva con sempre maggiore intensità l'irrefrenabile voglia di sapere il perché di tutto.
La domanda delle domande era comunque la stessa per ogni giorno di scuola, perché mai si domandava,  si doveva perdere tanto tempo ad ascoltare un insegnante antipatico, in una stanza piuttosto buia, in un banco piuttosto stretto, quando fuori c'era un mondo meraviglioso da conoscere, da scoprire, che secondo lui avrebbe certamente dato più risposte alle sue domande di quante avrebbe potuto riceverne a scuola.
Pancrazio avrebbe voluto conoscere le stagioni e i suoi frutti, le piante, i fiori, gli animali dei boschi e delle campagne, avrebbe voluto insomma conoscere tutto quello che lo circondava, voleva capire perché cadeva la pioggia o perché splendesse il sole, voleva sapere ciò che c'è dietro ad ogni cosa che accade, voleva capire il perché di tutto questo e di molto altro.
Sono passati molti anni da allora, Pancrazio è cresciuto, per sua fortuna, è diventato un signore maturo, che ha potuto girare quel mondo che tanto anelava conoscere, che ha vissuto tante situazioni che lo hanno visto comunque protagonista, che ha visto e conosciuto tanti luoghi e tante cose, un uomo che per dare un senso alla propria vita ha saputo e voluto trovare alcune risposte ai suoi tanti quesiti.
Pancrazio non ha certamente perso la voglia di sapere, non ha ancora smesso di chiedersi e di chiedere sempre il perché di tutto, forse perché non è mai davvero cresciuto, forse perché non ha ancora superato quel meraviglioso momento, quella meravigliosa fase in cui tutti i bambini, con la loro grande capacità di capire e di apprendere, stimolano i grandi a fargli capire la vita che stanno per affrontare.

                                                                                                                                                  2010




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