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"Barchetti innamorati" Le favole d'amore, come si sa, fra tutte le fiabe, i racconti e le storie vere, sono quelle più incredibili, proprio perché hanno l'amore come tema conduttore. L'amore che si racconta e che racconta, l'amore che non ha regole, ne vincoli, che non ha canoni ne parametri, l'amore per le persone e fra le persone e il non meno decantato, declamato e praticato, amore per gli animali e per le cose, ma anche e paradossalmente, il meno conosciuto e inverosimile amore che nasce fra le cose, quella fatale attrazione che unisce irreversibilmente gli oggetti, come l'incredibile amore nato fra Remo e Prua, i due Barchetti che ogni notte sono, una accanto accanto all'altro, sotto la prima arcata, di qua d'Arno, di Ponte Vecchio a Firenze. La loro è davvero una storia incredibile che nasce in uno dei più antichi laboratori di falegnameria della Città di Dante, dove venivano costruite le barche destinate a navigare sull'Arno. Non

Il Signore dei perchè

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C'era una volta in un paese lontano, in un tempo indefinito, un bambino di nome Pancrazio. Pancrazio era un bel bambino con i capelli e gli occhi neri ed anche la sua carnagione era leggermente scura, come se fosse stata dolcemente abbronzata. Pancrazio non amava tanto andare a scuola, non riusciva a capire perché mai si dovesse stare seduti costretti in un banco per una quantità di ore al giorno davvero troppe e insopportabili. Non c'era niente durante tutte quelle ore di lezioni che stimolasse o appagasse la sua sete di conoscenza, che pure avvertiva forte dentro di se. Pancrazio, curioso e desideroso di sapere e di capire, avrebbe voluto risposte continue ai tanti quesiti che giornalmente si affollavano nella sua mente, nonostante il passare degli anni era come se non fosse mai cresciuto, come se non avesse mai superato quella fase infantile in cui tutti i bambini chiedono continuamente il perché di tutto ciò che vedono o che sentono. Momento straordinario quant

Il Re del tempo

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C’era una volta, tanto, ma tanto, tanto tempo fa, in un luogo così lontano che nessuno era mai riuscito a raggiungere, il regno delle tempeste e degli uragani. Tutti conoscevano quel regno e tutti ne erano sudditi timorati e devoti. Il Re, signore assoluto e incontrastato di quel regno, aveva un pessimo carattere, bastava infatti, una piccola contrarietà, un qualsiasi contrattempo, perché il suo umore cambiasse repentinamente, scaricando sui suoi sudditi ignari tutta la sua rabbia e il suo livore. Tuoni, fulmini e saette, quando andava bene, quando poi era davvero arrabbiato, allora scatenava tremendi uragani, tempeste di vento, trombe d’aria. Il Signore del tempo aveva un pessimo carattere, sembrava davvero che non ci fosse alcunché che potesse attenuare i suoi scatti d’ira, che potesse attenuare la sua irascibilità, e a nulla serviva il fargli notare quali scempi sulla natura e sulle persone lasciassero i suoi comportamenti. Niente e nessuno erano in grado di ammansi

L'Uomo della luce

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Jean Michel Folon C'era una volta in un paese lontano, in un giorno qualunque, un uomo venuto da chissà dove, dalle sembianze che nulla avevano a che fare con quelle degli abitanti di quel paese, persino i suoi modi e il suo parlare lo rendevano completamente diverso da tutti. Ben vestito, profumato, gentile, garbato, non si poteva non notarlo, tanto da divenire l'argomento degli argomenti. Tutti parlavano di lui ed ognuno esprimeva una propria idea su chi fosse, da dove venisse e perché mai fosse giunto proprio li. Quel giorno, da qualunque, divenne davvero speciale, unico, straordinariamente magico. Cose mai avvenute prendevano forma materializzandosi fra lo stupore di tutti, piccoli falò si accendevano qua e là. Gente di tutte le età mano nella mano facevano festosi girotondi intorno ai fuochi e a turno sfidando le fiamme ci saltavano sopra esprimendo un desiderio segreto con la ferma speranza di vederlo realizzato se il salto fosse riuscito bene. Le erb

Il faro di Punta Trak

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Questo è il racconto in prima persona di un marinaio di terra, atipico e anticonvenzionale, che pur non navigando per mare, tocca tanti porti. Il grande faro di Punta Trak, così alto, imponente e con in cima, proprio sotto la sua lanterna, la stretta terrazza circolare, tutta delimitata da una robusta ringhiera di ferro, è  il mio riferimento giornaliero, sulla strada che mi porta al lavoro, mi capita spesso di vederlo nelle fredde e umide mattine invernali, quando ancora il buio predomina e le prime luci dell’alba stentano non poco a farsi strada, molto spesso è quasi del tutto  immerso nella nebbia, talmente fitta da non lasciar scorgere niente e nessuno alla sua base, dandomi così l’impressione che quella sua luce rotante sia sospesa nel cielo.  Il faro si lascia comunque scorgere facendo capolino fra le basse nuvole cariche di pioggia, sono le sue tre larghe fasce rosse orizzontali che si alternano al bianco, proprio in alto, a renderlo visibile e inconfondibile anche senz

Mister Kobližky

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C’era una volta tanto tempo fa e tuttora c’è, in un luogo lontano, lontano, nell'Europa del nord, una Terra chiamata Lapponia, dove ancora oggi vivono, oltre ai Lapponi,  l’antica popolazione di quel luogo, anche gli orsi, le alci, le aquile reali e la rara volpe artica. La Lapponia si trova al nord del circolo polare, in un vasto paesaggio dominato da picchi montagnosi e sconfinate foreste di pini, grandi distese polari e  prati incontaminati. Sempre in Lapponia poi, si può ammirare, tra le tante meraviglie naturali, anche l’affascinante spettacolo dell’aurora boreale e il surreale sole di mezzanotte. In quel paese lontano c’era e c’è una città di nome Kiruna, dove tutti gli anni dalla fine di maggio a metà luglio è sempre giorno e per questo motivo è possibile vedere il sole anche a mezzanotte. In quella città, nella grande Svezia settentrionale, viveva un signore davvero speciale, il suo nome era mister Kobližky ed aveva una particolarità, infatti sin da bambino ave

La Macchina del volere

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C’era una volta, solo poco tempo fa, in un luogo non tanto lontano da qua, un uomo che tanto aveva fatto, tanto aveva detto e tanto voleva ancora fare. Era tempo di Natale e mancavano solo pochi giorni alla notte magica, in città le strade erano tutte illuminate e le vetrine dei negozi, più sfavillanti che mai, erano piene di tante cose bellissime, il tradizionale mercatino, tipico di quel periodo, con le sue tante casette di legno che vendevano di tutto e di più, era sempre stracolmo di persone, nonni, mamme, papà e tanti bambini, tutti alla ricerca di qualcosa di speciale da regalare, da farsi regalare o magari soltanto per cercare un nuovo addobbo da mettere sull'albero o nel presepe. Il buon profumo di cannella, di vaniglia, di zenzero era avvertibile ovunque, nelle strade, nei negozi, nelle case, regalando una piacevolissima sensazione, l’atmosfera poi che si percepiva era davvero carica di amore e di entusiasmo e tutte le persone sembravano aver ritrovato il buon