Mister Kobližky



C’era una volta tanto tempo fa e tuttora c’è, in un luogo lontano, lontano, nell'Europa del nord, una Terra chiamata Lapponia, dove ancora oggi vivono, oltre ai Lapponi,  l’antica popolazione di quel luogo, anche gli orsi, le alci, le aquile reali e la rara volpe artica.
La Lapponia si trova al nord del circolo polare, in un vasto paesaggio dominato da picchi montagnosi e sconfinate foreste di pini, grandi distese polari e  prati incontaminati.
Sempre in Lapponia poi, si può ammirare, tra le tante meraviglie naturali, anche l’affascinante spettacolo dell’aurora boreale e il surreale sole di mezzanotte.
In quel paese lontano c’era e c’è una città di nome Kiruna, dove tutti gli anni dalla fine di maggio a metà luglio è sempre giorno e per questo motivo è possibile vedere il sole anche a mezzanotte. In quella città, nella grande Svezia settentrionale, viveva un signore davvero speciale, il suo nome era mister Kobližky ed aveva una particolarità, infatti sin da bambino aveva il pallino delle invenzioni, non c’era giocattolo che potesse sfuggire alle sue modifiche, non c’era cosa che resistesse alla sua naturale funzione e non fosse da lui modificata per un uso alternativo.
Il piccolo  Kobližky era convinto che prima o poi avrebbe inventato quel qualcosa che ancora non c’era, che prima o poi avrebbe individuato un sistema, un metodo, trovato di certo una soluzione per rendere, sotto il profilo delle pratiche quotidiane, la vita più semplice per tutti. 
Mister Kobližky aveva ereditato dal padre, responsabile della sicurezza del palazzo reale di Stoccolma, la capacità di osservare ogni cosa con attenzione, con la passione determinata di chi vuol capire il come ed il perché di tutto e fare il massimo per cercare, se mai fosse esistita, la possibilità di rendere più semplice il gioco da giocare, il meccanismo da utilizzare, il metodo da applicare.
Il papà di mister Kobližky, con il suo delicato lavoro, era sempre molto impegnato e quel poco tempo che aveva da dedicare alla sua famiglia lo trascorreva spesso con quel figlio a cui avrebbe voluto passare tutto ciò che aveva imparato nella sua vita e sicuramente ci era riuscito, visto che mister  Kobližky non avrebbe mai smesso di seguire tutti gli insegnamenti di suo padre.
Mister  Kobližky era nato, cresciuto e rimasto fino alla maggiore età nel Castello delle tre Corone di Stoccolma, residenza del re di Svezia, conservando della sua infanzia e della sua adolescenza un meraviglioso ricordo.
Tutto per lui, in quegli anni, era stato straordinario e contemporaneamente normale, tanto normale da credere che quello fosse il vero mondo, l’unico possibile e che tutto il resto al di fuori del castello non poteva che essere in funzione alle esigenze della Corte, oppure assolutamente casuale.
Mister Kobližky era convinto che tutti coloro che non lavoravano per il Re non avrebbero potuto farlo solo perché non ne avevano le qualità o le capacità.
Era di sicuro uno strano modo di pensare, ma è certamente tipico di coloro che crescono in comunità elitarie che, a differenza di tutti gli altri,  godono certamente di privilegi ed esclusive,
ma sono al contempo soggetti a regole e comportamenti ferrei con l'inevitabile rigida osservanza della disciplina che ne consegue.
Abitutini e comportamenti che comunque e inevitabilmente segnano per sempre il carattere. Mister Kobližky era stato un bravo bambino, ben educato e rispettoso, con tanta voglia di conoscere e di viaggiare e di scoprire cose nuove, voglia che non lo avrebbe mai abbandonato. Fino alla maggiore età però il suo mondo era stato solo il castello di Stoccolma, con tutti i suoi rituali quotidiani, ma anche con le tante situazioni uniche, particolari come gli incontri ufficiali, le visite di regnanti e capi di stato o le sfavillanti feste di corte.
Certamente tutto questo era veramente straordinario, ma altrettanto straordinari erano anche tutti gli altri avvenimenti più tradizionali come il natale, il capodanno, la pasqua o le tipiche feste popolari nordiche come la ricorrenza di Santa Lucia (Luciadagen) che si festeggia il 13 dicembre, la notte più lunga dell'anno in cui una adolescente, tutta vestita di bianco con una corona di candele sulla testa, impersona Santa Lucia, che la credenza popolare vuole sia il simbolo della luce e dei doni,   oppure la festa di mezza estate (Midsommar), che si festeggia a fine giugno, giorno in cui in ogni città, paese, giardino viene allestito l’albero di maggio, un alto palo decorato con foglie e fiori attorno al quale adulti e bambini ballano allegramente e ancora la sera di Valpurga (Valborgsmässoafton), nell’ultima notte di aprile, notte in cui il popolo svedese festeggia l'inizio della primavera con cori e falò che vengono accesi sulle alture.
Tutti avvenimenti molto particolari e molto sentiti in quei luoghi lontani. Avvenimenti che in quella cornice tanto speciale, come poteva essere quella del Castello delle tre Corone di Stoccolma, si rivestivano di un carattere unico e particolarissimo tanto particolare da rimanere, in modo indelebile, nelle memoria di chi gli aveva vissuti.
Quando comunque giunse il momento, terminati gli studi intermedi, di iscriversi alla università, mister Kobližky fece il tanto atteso passo,  lasciò definitivamente il suo mondo di adolescente per entrare in quello che sarebbe diventato il suo nuovo universo, quell'universo sconosciuto con cui si sarebbe dovuto inevitabilmente confrontare.
Dopo alcuni anni di frequenza universitaria, nella facoltà che gli era più congeniale per le sue caratteristiche e le tante conoscenze acquisite grazie soprattutto al suo papà, mister Kobližky ottenne a pieni voti la laurea in politologia internazionale e poté cosi iniziare quella attività lavorativa che aveva sempre desiderato fare.
Lavoro che gli avrebbe permesso di girare il mondo e sicuramente di appagare quella sua sete di sapere e di conoscenza.
La voglia di conoscere il perché e il come delle cose che osservava, unito a quel pallino di voler inventare sempre qualcosa di nuovo, non lo avrebbe mai abbandonato.
Nei tanti anni che seguirono molte delle sue intuizioni trovarono concretizzazione e altrettante idee trovarono riscontro in realizzazioni pratiche.
Per mister Kobližky l’educazione, la formazione, gli studi, i viaggi avevano contribuito in modo determinante a formare una mente geniale e prolifica, romantica e utopistica che mai avrebbe avuto momento di pausa, tanto era instancabilmente impegnata a cercare la qualità della vita sia negli affetti che nelle cose di ordinaria quotidianità.
Passarono molti anni e anche per mister Koblizky, come per tutti, giunse quel tempo in cui si ha voglia di mettere un po’di ordine nella propria esistenza, fare il punto, tentare di capire se si è riusciti o meno a dare le risposte alle tante domande che ci è posti durante tutta una vita, insomma un importante momento di profonda riflessione, ma anche  momento di grandi aperture, in questa particolare fase anche la scelta del luogo riveste una importanza rilevante, per questo mister Kobližky scelse una città particolare, unica e straordinaria come è  Kiruna, perché più e meglio di ogni altro luogo al mondo rappresentava i grandi contrasti che sentiva dentro di se, per lui quel luogo costituiva davvero il posto giusto per fare quello che aveva intensione di fare.
Pensare, riflettere, ma soprattutto scrivere tutto ciò che aveva voglia di fissare nel tempo, marcando con l’inchiostro i tanti fogli che voleva riempire con i suoi pensieri.
In quel periodo, per mister Kobližky non c'era solo riflessione e introspezione, ma anche tanto tempo per fare quello che non era riuscito a fare prima, come dare spazio ai propri hobby e tra questi la cucina era diventata per lui un vero divertimento.
Persino i dolci non venivano risparmiati al suo fare e spesso si cimentava in quelli tradizionali della sua terra.
Si racconta che mister Kobližky un giorno, per una pura combinazione, rimasto senza alcuni ingredienti essenziali per preparare la ricetta della lussekatt, una ricca ciambella di pasta dolce, lievitata ed aromatizzata con zafferano ed uvetta, si cimentò nel fare un nuovo dolce con quello che aveva a disposizione.
Ebbene, come avviene di solito nella ricerca scientifica, dove si studia e si lavora per cercare qualcosa di specifico e si finisce per trovare inaspettatamente qualcos'altro, così successe a mister Kobližky, che nonostante l’acume intellettivo, le sottili intuizioni, le idee innovative, per ironia della sorte, è passato alla storia, almeno nei paesi del nord europa, per aver inventato, proprio a Kiruna, forse ispirato dal  sole di mezzanotte, un piccolo dolce di pasta fritta a forma di palla, tutta ricoperta di zucchero, con tanta marmellata al suo interno.
Questi squisiti dolci  porteranno per sempre il suo nome.
I Kobližky, anche se con nomi diversi, sono infatti le paste dolci più conosciute e apprezzate in tutto il mondo, a mister Kobližky, a cui non è stato reso il giusto merito al suo pensare, resta  comunque l’onore di aver contribuito a rendere più dolce la vita di tutti noi.

                                                                                                                                                             2011

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